Quelle che vi propongo in questo articolo ed il contenuto della video lezione “Un particolare da osservare” sono semplici speculazioni di un appassionato di corsa con ostacoli e per questo non vanno confuse con un’analisi biomeccanica!
La biomeccanica infatti è una materia estremamente complessa, una parola di cui si abusa e un argomento che richiede competenze scientifiche multidisciplinari estremamente importanti.
L’estrema difficoltà sta nella complessità dei gesti che andiamo ad analizzare, in quella infinitamente più grande dell’essere umano che li compie e nella per nulla banale configurazione dei sistemi di leve e di forze che intervengono in ogni azione motoria.
Anche a voler semplificare molto, il rischio di fare errori e prendere grosse cantonate è molto alto.
Del resto se c’è voluto Bertrand Russel per dimostrare formalmente che 1 più 1 fa due e se, a quanto pare, servono 27 passaggi per dimostrare a rigor di logica che 1 è un numero, diventa chiaro che analizzare un saltello in maniera non superficiale può diventare un’impresa diabolica.
Fortunatamente si possono fare addizioni e sottrazioni anche utilizzando le proprie dita, senza aver capito nulla di cosa significhi farlo e, allo stesso modo, si possono vincere gare senza aver capito troppo di cosa succede quando si gareggia.
Ma su quest’ultimo punto a mio parere occorre perlomeno provarci.
Un po’ come un cavernicolo per cui è fondamentale saper contare i capi che deve abbattere per superare l’inverno anche senza doversi interrogare sul significato di ciò che sta facendo, anche un allenatore ha bisogno di ricavare dei dati e delle indicazioni da un contesto di gara o di allenamento, pur rimanendo consapevole che magari sta adoperando una clava invece di un compasso.
Mi occupo di ostacoli da una decina di anni e ad oggi sono moltissimi i punti che non mi sono chiari.
Questo per precisare che mettere numeri, cronometri ed angoli su un video non permette di avere un’analisi precisa di cosa stia succedendo e che le mie osservazioni sono molto più frutto della mia curiosità e della mia volontà di condividere un’esperienza piuttosto che dalla mia capacità di offrirvi delle soluzioni.
Per sapere trarre conclusioni su un sacco di cose molto interessanti servirebbero un sacco di analisi precise che forse non si possono fare con un telefonino.
Ma è anche vero che ogni giorno devo prendere delle decisioni e dare delle risposte e delle indicazioni a chi alleno.
E per fare questo devo capire un po’ di più di cosa succede quando si affronta un ostacolo, anche se non ho a disposizione un laboratorio di analisi biomeccanica con le telecamere ad alte prestazioni, le analisi tridimensionali, i marker sulle articolazioni, la digitalizzazione dell’atleta eccetera eccetera.
E quindi ogni volta che mi accingo a compiere un’analisi mi accorgo che le semplificazioni arbitrarie, le congetture e i punti che restano in sospeso sono sempre di più delle domande a cui riesco a dare delle risposte.
Un giorno ad esempio ho provato con Kinovea ad analizzare cosa accadesse alle tibie della seconda gamba delle atlete che ho allenato quando sono all’attacco e all’uscita dell’ostacolo.
Così ho provato ad utilizzare dei video a disposizione nella mia videoteca di allenamenti personale, pescando un po’ quel che c’era, con video di prove fatte a distanze diverse, in periodi diversi e in momenti diversi della preparazione.
Fortunatamente da qualche anno a questa parte cerco di raccogliere video un minimo standardizzati e credo che le immagini che seguono permettano di fare alcune riflessioni
In questi video le semplificazioni sono tantissime.
Innanzitutto è un’analisi bidimensionale che esclude completamente la vista fontale e quella dorsale che sicuramente sarebbero molto interessanti: certi angoli sono infatti anche il frutto di intra ed extrarotazioni che qui non si possono vedere.
I tempi registrati dal cronometro (probabilmente il dato più attendibile) sono indicativi e presi a 4 millesimi per volta.
Gli angoli rilevati dal movimento delle tibie sono invece presi con attenzione ma un po’ “ad occhio” e senza tener conto del cambio di fulcro dato dalla caviglia, che è un elemento che non dovrebbe essere trascurato.
E’ insomma un’analisi che presenta tanti punti deboli ed imprecisioni ma, a mio parere, è comunque utile a dare delle indicazioni.
Compierla, oltretutto, permette di osservare elementi che a volte vengono trascurati.
Ad esempio, tornando al discorso del cambio di fulcro della caviglia, misurando tempi di appoggio e angolo spazzato è possibile discriminare tra una fase in cui la tibia ha una velocità angolare e ruota attorno al malleolo e una successiva, in cui il malleolo inizia a salire verso l’alto senza che ci sia più alcuna rotazione: probabilmente la proporzione fra queste due fasi può costituire un dato interessante.
Le diverse caratteristiche antropometriche delle ragazze (che determino diverse necessità di elevazione delle anche per superare l’ostacolo) ovviamente concorrono insieme all’elemento tecnico nell’influenzare gli angoli percorsi dalle tibie.
Tre ragazze su 4 figura 2, 3 e 4 presentano un angolo maggiore in uscita dell’ostacolo piuttosto che sull’entrata.
Le ragazze in figura 2 e 3, tra le 4, sono quelle di più elevata qualificazione e presentano l’angolo più grande dopo l’ostacolo ed una posizione piuttosto simile con ginocchio piegato, tibia molto orizzontale e coscia perpendicolare al terreno.
Questo ovviamente non significa che sia questo il modello tecnico da ricercare.
Piuttosto diventa interessante vedere se queste posizioni si ritrovano e con che incidenza statistica in ragazze di ancora più elevata qualificazione.
Quasi tutto quanto detto sinora vale anche per l’analisi video “Un particolare da osservare” in cui ho analizzato alcuni altri aspetti di un paio di video da cui sono tratte le figure 1 e 2 di questo articolo e che, allo stesso modo, non è da sopravvalutare nei contenuti, ma da considerare per quello che ne è l’obbiettivo principale e cioè condividere la mia esperienza di campo e suscitare ulteriori approfondimenti, commenti ed indicazioni.
Se vuoi scoprire di più sulla video analisi che ho realizzato e a cosa può servire osservare e monitorare questi angoli al toe-off della seconda gamba puoi vedere la video lezione "Un particolare da osservare" che ho pubblicato nella rubrica "Gli Spunti de ilCoach" riservata ai nostri tesserati.
Di Andrea Uberti
Combined Event Coach
Allenatore 4° Livello IAAF
Vice Presidente ilCoach.net ASD