Per molti allenatori ed atleti l’unico momento/fase per migliorare le prestazioni è l’allenamento.
La domanda è “Il problema è solo l’allenamento? L’impegno? O forse manca qualcosa, che talvolta è più importante dell’allenamento stesso?”
IL RECUPERO
Si proprio il recupero è una delle fasi di uguale, se non di maggiore importanza dell’allenamento stesso. Senza il giusto recupero l’atleta va in overreaching (eccesso di carico) con il rischio, nel tempo, di finire nell’overtraining. Questa è una gravissima condizione dalla quale risulta difficile uscire e che peggiora anche le condizioni di salute, sia fisiche, sia psichiche, dell’atleta stesso). Inoltre, questo eccesso di lavoro può portare a infortuni da sovraccarico.
Nelle due situazioni descritte sopra l’unica variabile della performance è l’allenamento, ma vediamo quale è il pericolo di non ricordarsi del recupero:
La situazione descritta sopra non è aiutata sicuramente da frasi ed aforismi di atleti celebri:
Ho odiato ogni minuto di allenamento, ma mi dicevo: non rinunciare. Soffri ora e vivrai il resto della tua vita come un campione. (Muhammad Ali)
Per essere il numero uno, devi allenarti come se tu fossi il numero due. (Maurice Greene)
Io non credo nella predestinazione. I risultati si ottengono solo con molto lavoro. Nella mia carriera sportiva mi sono allenato 5-6 ore al giorno, tutti i giorni, per 365 giorni l’anno, tra gare e allenamenti, per quasi venti anni. (Pietro Mennea)
Non ho rimpianti. Rifarei tutto, anzi di più. E mi allenerei otto ore al giorno. La fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni. (Pietro Mennea)
Per me un giorno senza allenamento è come un giorno senza mangiare. (Haile Gebrselassie)
Bisogna allenarsi, e allenarsi, e allenarsi. I sacrifici non devono far paura: saranno tanti, però tu sarai di più, sarai più forte. E odierai la sconfitta come una malattia, come un posto brutto dove non vuoi stare. (Alessandro Del Piero)
Ovviamente l’allenamento e la fatica sono importanti, ma l’allenamento è una fase della ricerca della prestazione, nella quale si crea uno stimolo al quale, poi, il corpo deve adattarsi. Per permettere tale adattamento serve il giusto recupero.
Come scrive nel suo nuovo libro Carlo Buzzichelli (ai suoi corsi dice che questa immagine andrebbe tatuata sulla fronte di ogni allenatore):
Figura 1: Circolo virtuoso con il quale l’atleta può raggiungere il picco di forma. Tratto e adattato da: Bompa T., Buzzichelli C., “Periodizzazione dell’allenamento sportivo”, p. 454, Calzetti & Mariucci, 2017.
Per raggiungere il picco di forma nelle gare più importanti l’atleta deve rispettare le seguenti fasi:
Citando ancora Bompa e Buzzichelli “è un temporaneo stato di forma atletica, caratterizzato da un’efficienza psicologica e fisiologica massima e da un livello di preparazione tecnica e tattica ottimale”, ergo, quando l’atleta fa il PB alla gara importante ha raggiunto il picco di forma!
L’atleta in questo stato si trova:
È ovvio che in questa condizione l’atleta trova facile allenarsi.
Ma purtroppo il picco è uno stato “temporaneo”, che solitamente è possibile mantenere per 2/3 settimane al massimo.
E infatti la situazione ben presto si trasformerà nello stato opposto:
Il rischio, se non si comprende che l’atleta ha bisogno di recupero, è l’arrivo dell’overtraining.
L’overtraining, o sovrallenamento, è un processo lento di peggioramento del rendimento psicofisico, solitamente causato da un lungo programma di allenamento nel quale mancano le sessioni di recupero e i periodi di rigenerazione. Quando il focus è sempre sul carico di allenamento e mai sul recupero psicofisico, l’atleta entra in uno stato di affaticamento cronico accompagnato da una bassa motivazione sia nei confronti dell’allenamento, sia delle competizioni.
Entrato in overtraining l’atleta ha bisogno di una fase di recupero e riposo direttamente proporzionale alla durata del sovrallenamento stesso, ricordando che un lungo periodo di overtraining potrebbe portare a un calo delle difese immunitarie, depressione, problematiche alimentari, etc.
Ripensando alle frasi celebri e agli aforismi sull’allenamento il mantra che dovrebbe essere stampato nella mente degli allenatori è:
“Train. Recover. Repeat”
Allenati. Recupera. Ripeti.
Più mi alleno duramente e più devo recuperare. Più lo sforzo è intenso e più bisogna recuperare.
Abbiamo scritto in questo articolo cosa sono “Periodizzazione, pianificazione e programmazione dell’allenamento”
A nostro avviso, la base per evitare l’overtraining è appunto la conoscenza e l’utilizzo della periodizzazione.
Per prima cosa aver ben chiari gli obiettivi della stagione:
Nell’atletica ciò dovrebbe essere relativamente semplice visto che le gare importanti sono una, due o al massimo tre all’anno e quindi il picco di forma deve essere ricercato nel periodo più vicino possibile a queste. Le altre gare dovrebbero essere di avvicinamento, presa di confidenza e affinamento della prestazione stessa.
Cosa ovviamente più difficile negli sport di squadra dove l’obiettivo è mantenere a lungo una buona forma fisica durante l’intero campionato (con il picco nelle partite fondamentali) e, ovviamente, per gli atleti che vogliono gareggiare ad ogni gare con l’obiettivo di vincere o di fare il personale.
Se ho 2 obiettivi stagionali, ad esempio i Campionati Italiani Indoor (solitamente i primi di Marzo) e i Campionati Italiani Outdoor (fine giugno o primi di luglio), per entrambe le gare avrò un periodo di preparazione, dove l’obiettivo sarà quello di alzare la condizione dell’atleta.
In questo periodo per ottimizzare l’allenamento utilizzerò l’alternanza dei carichi con allenamenti intensi intervallati ad allenamenti meno intensi (che hanno una funzione anche di recupero attivo). Questa fase alternerà microcicli di carico e di scarico in un rapporto di 3:1 o 2:1. Quest’ultimi servono ad ottimizzare la supercompensazione dei sistemi fisiologici ed ottenere gli adattamenti stimolati nella fase di carico.
Dopo il periodo preparatorio si entra nel periodo agonistico che prevede delle gare di avvicinamento alla gara più importante, che si troverà al termine di tale periodo. Prima di ogni gara è previsto un periodo di scarico (tapering), la cui durata è direttamente proporzionale all’importanza della gara (di solito dai 3 ai 21 giorni).
Dopo ogni gara, prima di tornare ad allenarsi, l’atleta dovrà recuperare lo sforzo della gara e la durata del recupero sarà direttamente proporzionale all’importanza della gara e alla vicinanza della stessa all’obiettivo principale.
Al termine del periodo competitivo (immediatamente dopo la gara più importante) è previsto il periodo transitorio, che è utilizzato per permettere all’atleta di recuperare dagli sforzi psicofisici del periodo competitivo. La durata di tale periodo dipende da:
Tanto per dare un’idea questo è quello che diceva di fare Charlie Francis (o almeno quanto si trova su internet) con i suoi velocisti (100 metri) la settimana dopo una gara andata male:
A - uscita da una brutta gara e cattiva forma
8 – Riposo (recupero passivo)
7 - Riposo (recupero passivo)
6 – Tempo Run 10x100 m + microstretching (recupero attivo)
5 – Tempo Run 10x100 m + Power Clean @ 70% + microstretching (recupero attivo)
4 – 4x30 m, 60 m, 80 m + Bagno Freddo (ghiacciato)
3 – Tempo 10x100 m + Bagno con i sali (recupero attivo)
2 – 4x30 m @ 95% + 3x3 Bench Press @ 80% + Doccia Scozzese
1 – Warm up
0 – Gara (2x100)
Insomma sembra che dopo una gara mal riuscita l’obiettivo primario sia il recupero, e non un ulteriore sovraccarico del sistema: 2 giorni di riposo, 2 giorni di tempo run (lavori aerobici a bassa intensità con obiettivo il recupero attivo) seguiti da terapie per migliorare il recupero, un giorno intenso a a basso volume, ancora un giorno di recupero attivo, un allenamento intenso per il sistema nervoso (volumi bassi) e poi dopo ancora un giorno di recupero attivo la gara. Ovviamente questo non è un esempio da seguire con tutti ma dà l’idea di quanto sia fondamentale il recupero dopo una gara (in realtà anche prima).
La ricerca del picco prestativo quando voluto è un processo che richiede, come abbiamo visto nell’immagine sopra, un sapiente utilizzo di:
Ovviamente ognuna di queste fasi è fondamentale per arrivare al picco, ma in questo articolo abbiamo voluto concentrarci sulla fase di recupero, spesso sottovalutata ma di pari importanza, e in alcuni casi maggiore, dell’allenamento stesso.
Tatuatelo nella mente!
A cura di Andrea Dell'Angelo
Fonti:
Bompa T., Buzzichelli C., “Periodizzazione dell’allenamento sportivo”, Calzetti & Mariucci, 2017.
Freeman W. H., "Peak When It Counts : Periodization for American Track and Field (4th ed)", Tafnews Press
Periodizzazione, pianificazione e programmazione dell'allenamento (ilcoach.net)
Dell'Angelo A., Uberti A., I fondamenti dell'allenamento in atletica leggera, ilCoach Learning (E-book gratuito)
Bonsignore V., Taper e programmazione (pdf free)
Appunti personali dai corsi dell’International Strength & Conditioning Institute con relatore Carlo Buzzichelli