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Ambiente e apprendimento: l’approccio ecologico nello sport

Published by Andrea
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  • Allenamento giovanile
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La teoria ecologica nell'apprendimento sportivo

L’approccio ecologico, tema in forte crescita nel mondo dello sport, si sviluppa principalmente grazie allo psicologo Urie Bronfenbrenner, il quale, attraverso la sua teoria ecologica sottolinea l’importanza dell’ambiente nello sviluppo e nella determinazione dell’individuo durante la sua vita.

Bronfenbrenner considera l’ambiente come un insieme di sistemi in relazione tra loro, i quali sono:

  • il microsistema;
  • il mesosistema;
  • l’esosistema;
  • il macrosistema;
  • il cronosistema (aggiunto in un secondo momento)

Figura SEQ Figura \* ARABIC 1: Modello ecologico di Bronfenbrenner.

 

Il microsistema

Il microsistema rappresenta ogni situazione ambientale dove l’atleta ha un contatto diretto e frequente, di conseguenza essendo il sistema più vicino all’individuo risulta quello capace di influenzarlo maggiormente. 

All’interno del microsistema possiamo trovare la famiglia, la scuola, gli amici e l’attività sportiva.

Il mesosistema

Nel mesosistema, invece, troviamo le relazioni che intercorrono tra individui e gruppi che fanno parte del microsistema come, per esempio, i rapporti tra genitori e insegnanti o il rapporto tra genitori e allenatore.

L'esosistema

L’esosistema, diversamente dal microsistema, non agisce in modo diretto nello sviluppo dell’atleta ma avviene in modo indiretto.

Nell’esosistema il lavoro, lo stile di vita dei genitori e le relazioni con l’ambiente sociale possono influenzare positivamente o negativamente l’atleta.

Il macrosistema

Il macrosistema, ultimo strato della classificazione di Bronfenbrenner, presenta totalmente tutti gli aspetti a livello culturale, economico, politico e religioso in cui l’individuo è immerso fin dalla nascita. 

Il cronosistema

Infine, lo psicologo russo nel corso degli anni ha sviluppato un ulteriore sistema definito cronosistema, il quale si riferisce a tutte le esperienze e a tutti gli eventi che si possono verificare nel corso della vita dell’atleta come, per esempio, i cambiamenti a livello storico-sociale, il divorzio dei genitori o la morte di una persona cara. 

L'importanza di questi sistemi nello sviluppo sportivo

In ordine di rilevanza i seguenti sistemi influenzano direttamente la crescita e lo sviluppo dell’atleta, di conseguenza i soggetti che fanno parte di ogni sistema (genitori, insegnanti, educatori, allenatori) sono protagonisti della determinazione dell’individuo.

Di nostro particolare interesse è dunque il microsistema in quanto all’interno di esso, come detto precedentemente, è possibile collocare l’attività sportiva.

L’accostamento dell’attività sportiva alla sfera famigliare e alla sfera scolastica nel microsistema sottolinea l’importanza dell’ambiente sportivo per lo sviluppo dell’atleta. 

 

Ambiente e apprendimento sportivo

Dalla teoria ecologica di Bronfenbrenner possiamo intuire l’importanza delle figure che interagiscono con l’individuo all’interno di un determinato ambiente.

In particolar modo, prendendo in esame il microsistema, abbiamo visto che i genitori, gli insegnanti e gli allenatori sono in grado di condizionare l’apprendimento degli individui. 

La teoria dell'apprendimento sociale

La stretta relazione tra ambiente e apprendimento viene sviluppata da Albert Bandura nella teoria dell’apprendimento sociale.

Lo psicologo canadese, discostandosi dall’apprendimento diretto, dimostra che:

"Gli individui, all’interno di un determinato ambiente, apprendono imitando il comportamento degli altri soggetti presenti nell’ambiente."

La teoria di Bandura risulta interessante anche in ambito motorio e sportivo, dove l’apprendimento degli atleti è influenzato dai comportamenti e dalle azioni dei membri che fanno parte dell’ambiente sportivo; infatti, è dimostrato scientificamente che l’apprendimento all’interno di un ambiente può avvenire per prova di errori o per imitazione.

L'apprendimento per imitazione: il ruolo dei neuroni a specchio

Nei processi di apprendimento imitativo vengono implicati i neuroni specchio, ovvero una classe di neuroni, identificati da un gruppo di neurofisiologi guidati da Giacomo Rizzolatti che egli definisce:

“Un sistema neurale attivato non solo durante l’esecuzione di azioni ma soprattutto quando le stesse azioni sono osservate”. 

I neuroni specchio, localizzati nell’uomo oltre che in aree motorie e premotorie anche nell'area di Broca e nella corteccia parietale inferiore, costituiscono un sistema di comunicazione nervosa che è centrale quando si compie un’azione o quando si osserva un’azione compiuta da altri; sono per questo coinvolti nei processi imitativi ed empatici. 

In ambito sportivo, i neuroni specchio garantiscono all’uomo la possibilità di trovare risposte e agire in un determinato ambiente, in quanto essi legano un’azione motoria al suo scopo riconoscendone la ragione.

 

L'approccio ecologico nell'apprendimento

Per applicare l’approccio ecologico nelle nostre sedute d’allenamento risulta importante concentrarsi non solo sull’ambiente ma, soprattutto, sull’interazione dell’atleta con l’ambiente.

Uno dei principali approcci che questa interazione è la pedagogia non lineare che possiamo definire in questo modo:

“La pedagogia non lineare si basa sui concetti e sulle idee della psicologia ecologica e può essere definita come il risultato del processo di interazione fra giocatore, compito ed ambiente. I promotori di un approccio pedagogico non lineare sostengono concetti come la reciprocità fra individuo ed ambiente, lo stretto rapporto fra percezione ed azione e la natura non lineare dei sistemi caratterizzati da fasi di stabilità e instabilità”.

Figura 2: Schema che rappresenta il principio della pedagogia non lineare e le fasi che influenzano il raggiungimento del comportamento motorio.


Dalla seguente definizione, diversamente dalla pedagogia lineare, possiamo intuire l’alta considerazione dell’ambiente nei processi d’apprendimento dell’individuo, in particolar modo

“Secondo questo medesimo approccio, l’apprendimento motorio è inteso come un processo di ricerca di pattern di movimento funzionali e stabili da parte dell’atleta, attraverso i vincoli e le opportunità, che derivano dalla sua interazione con l’ambiente e il compito”.

Per capire meglio le dinamiche dell’apprendimento non lineare risulta interessante delineare le quattro caratteristiche proposte da Jia Yi Chow nel 2016 nel libro “Nonlinear Pedagogy in Skill Acquisation: an Introduction” per distinguerlo dall’apprendimento lineare.

Le quali sono: proporzionalità causa-effetto, controllo parametrico, variabilità esecutiva, multi-stabilità. 

Proporzionalità causa-effetto

Per proporzionalità causa-effetto, in un sistema non lineare, si intende un contesto dove una leggera variazione del compito porta un notevole cambiamento del comportamento motorio.

Ad esempio, nel calcio, imporre l’obbligo di fare goal solamente di testa porta ad un grado di difficoltà superiore di segnare.

Controllo parametrico

Il controllo parametrico prevede la manipolazione da parte dell’allenatore di alcuni parametri per causare, mediante l’interazione dell’atleta con l’ambiente, cambiamenti del comportamento motorio.

Per esempio, aumentando le dimensioni di un campo da calcio, il giocatore avrà la possibilità di ricercare movimenti più ampi, passaggi più lunghi e smarcamenti in spazi maggiori.

E viceversa, allenarsi in spazi più stretti porterà a movimenti e passaggi più rapidi

Variabilità esecutiva

La variabilità esecutiva nei sistemi non lineari risulta una notevole opportunità per risolvere variati problemi motori secondo le caratteristiche dell’ambiente.

Attraverso la variabilità esecutiva l’individuo ha la possibilità di adattarsi a vari sistemi e situazioni che si possono verificare durante la gara/partita.

“La variabilità, infatti, potenzia l’interazione del giocatore con l’ambiente e, attraverso la pratica, l’apprendimento si verifica come adattamento ai comportamenti dei compagni e degli avversari in un contesto flessibile”.

In particolare, nell’approccio ecologico, variabilità non significa ripetere la stessa soluzione di un compito motorio, piuttosto, significa ripetere più volte il processo di soluzione del compito motorio.

Questo concetto è alla base del principio della “ripetizione senza ripetizione”, metodo d’allenamento che si basa sugli studi elaborati da Wolfgang Schöllhorn nel libro “Systematische Betrachtung komplexer Bewegungsmuster im Lernprozeß” sulla Differential Learning.

Multi stabilità

Per multi-stabilità, in un sistema non lineare, si intende che una causa può determinare molteplici effetti.

Ad esempio, un pallone alto che sta arrivando alle spalle di un giocatore può essere gestito non solo in un’unica maniera ma in diversi modi (colpito di testa, stoppato di petto, lasciato rimbalzare per gestirlo con i piedi).

Le diverse opzioni disponibili derivano dalle caratteristiche dinamiche del giocatore (livello di abilità, esperienza motoria specifica con i palloni alti, condizione fisica) e dell’ambiente (altezza e velocità della palla, posizione dei compagni e degli avversari). 

Queste diverse possibilità d’azioni che l’ambiente offre vengono chiamate dallo psicologo statunitense James Gibson “affordances”, ovvero:

“Un affordance è una possibilità di azione formata dalla relazione tra un soggetto e il suo ambiente”. 

La seguente definizione è utile applicarla nei processi di apprendimento motorio, nello specifico è in stretta relazione con le teorie e l’approccio ecologico, poiché, attraverso le affordances di Gibson possiamo determinare l’indissolubilità dell’interazione tra il soggetto e l’ambiente, in quanto le caratteristiche del contesto influenzano le azioni svolte all’interno di esso. 

È l’ambiente, e le relative offerte che provengono da esso, che guidano l’azione secondo un rapporto dinamico circolare e suggeriscono al soggetto cosa fare e quali decisioni prendere.

I comportamenti sono quindi generati dalla relazione tra l’individuo e le affordances (possibilità di azione) fornite dall’ambiente, che il soggetto è in grado di cogliere. 

Maggiore è il tempo che dedichiamo allo sviluppo di una determinata attività maggiore sarà lo sviluppo delle possibilità di azione denominate affordances codificate, che Gibson definisce in questo modo:

“Un affordance può riferirsi a un affordance codificata. Le affordances codificate sono un sottoinsieme di affordance. Un affordance codificata utilizza una definizione più specifica che richiede che un soggetto sia consapevole dell'invito ad agire offerto dall’ambiente, sia attraverso la percezione diretta si attraverso l'esperienza. Un affordance codificata è una possibile azione per un soggetto. A differenza della definizione tradizionale, un affordance codificata è una relazione tra la cognizione di un soggetto e l'ambiente”.

Analizzando la seguente definizione è possibile determinare il grado di oggettività delle affordances in quanto gli inviti ad agire nell’ambiente sono presenti a prescindere dalle abilità o dalle intenzioni del soggetto.

Tuttavia, le affordances possiedono anche un grado di soggettività, in quanto, ogni atleta, in base alle sue percezioni, alle sue abilità e alla sua esperienza, può cogliere differenti inviti ad agire offerti dall’ambiente.

Per dimostrare ciò ritengo coerente esporre un esempio tratto da una situazione di gioco avvenuta durante la mia esperienza di tirocinio:

Nella seguente immagine è possibile visualizzare il portatore di palla (identificato con la freccia verde) e tre affordances diverse tra loro (indicate dai colori nero, blu e rosso). Le prime due affordances (colore nero e blu) risultano le più semplici da percepire in quanto il portatore di palla, girato di spalle rispetto la porta avversaria, ha la possibilità di scaricare la palla ai due compagni liberi dalla marcatura. Tuttavia, seppur di un grado di difficoltà maggiore, è presente una terza affordance (colore rosso) data dallo spazio che si crea alle spalle del portare dovuto dalla posizione del corpo del suo diretto marcatore. La decisione presa dal soggetto sarà quella di cogliere quest’ultimo invito ad agire portandolo a superare il suo marcatore e di conseguenza creare una situazione di superiorità numerica favorevole, riuscendo così a risolvere il problema motorio. 

Figura 3: istantanea di un’azione di gioco durante la partita Voluntas Montichiari-FC Internazionale Milano categoria U11. L’immagine rappresenta un momento di gioco dove l’ambiente suggerisce al portatore di palla (freccia verde) diverse affordances (cerchio nero, cerchio blu, quadrato rosso).

Ora sorge spontanea una domanda:

Cosa ha portato il soggetto a cogliere questa affordance?

Sicuramente le grandi abilità tecniche possedute dal soggetto hanno permesso di svolgere correttamente il dribbling.

Tuttavia, penso che la metodologia d’allenamento che abbiamo utilizzato, basata sulla continua ricerca dell’1 contro 1, abbia garantito un grado di esperienza tale da permettere di cogliere ed eseguire l’invito ad agire offerto dall’ambiente. 

La seguente tesi di Gibson sulle affordances è stata confermata a livello neuroscientifico dalla scoperta dei neuroni canonici, ovvero, un tipo di neuroni visuo-motori che si attivano quando ci rapportiamo con gli oggetti.

In particolar modo, la visione di una situazione o di un oggetto comporta l’immediata selezione delle proprietà intrinseche che permettono di interagire con esso.

“I neuroni canonici codificano le affordances di un oggetto, rispondendo alla sua osservazione con l’attivazione di tutta una serie atti motori potenziali. Il riconoscimento delle possibilità di azione sull’oggetto è assolutamente diretto, non mediato da complicate operazioni cognitive. Le nostre azioni quotidiane sarebbero indubbiamente molto lente se ogni volta che vedendo un oggetto, prima di poter interagire con esso, dovessimo ragionare sulla sua forma, la sua consistenza, sul tipo di presa più idonea per afferrarlo”.

 

Conclusioni

Per concludere il seguente articolo ritengo utile sottolineare che quando andiamo a lavorare con i nostri atleti risulta importante offrire un contesto d’allenamento in grado di generare apprendimento.

Per far sì che questo accada è fondamentale creare un ambiente adeguato, in modo tale da agevolare i processi d’apprendimento dell’individuo.

Il primo aspetto fondamentale per creare un’ambiente sportivo ideale è quello di progettare un’ambiente caratterizzato da relazioni positive tra i soggetti, in quanto un’atmosfera socio-affettiva favorevole può aiutare il giovane a concentrarsi sull’apprendimento e sull’interazione con l’ambiente.

Anche l’allenatore svolge un ruolo determinante nella definizione dell’ambiente, infatti, è attraverso lo stile di conduzione dell’allenamento e la manipolazione dell’ambiente che l’allenatore può stimolare l’apprendimento.

Inoltre, l’allenatore deve assumere un approccio olistico, sviluppando un ambiente che soddisfi le esigenze di ogni membro attraverso un atteggiamento inclusivo.

Infine, ritengo che utilizzare un approccio ecologico nell’allenamento sia utile per massimizzare la performance, in quanto, stimola la creatività, l’auto-organizzazione e l’individualità del soggetto, aspetti fondamentali per la crescita e lo sviluppo motorio degli atleti.

 

Alessandro Ghidinelli

Laurea in scienze dell’educazione motoria e sportiva

Istruttore e preparatore atletico presso Ospitaletto Calcio

Trainer presso TheGymGame Chiari

Email: alessandroghidinelli@yahoo.it

Telefono: 3452346770

 

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BIBLIOGRAFIA

1 Bandura, “Social Learning Theory”, (1977).

2 G. Rizzolatti, G. Luppino, M. Matelli, “The organization of the cortical motor system: new concepts. Electroencephalography and clinical, in Neurophysiologia”, (1998).

3 G. Rizzolatti, G. Sinigaglia, “So quel che fai, il cervello che agisce e i neuroni specchio” (2005).

5 Messina G., Florit S. “L’apprendimento non è lineare”, Il Nuovo Calcio, (2020).

7 J. Gibson, “The Ecological Approach to Visual Perception”, (1979).

8 D. Norman, “The Psychology of Everyday Things”, (1988).

9 C. Albertini, “Allenare il giocatore scegliente, l’esperienza di gioco e il ruolo dei processi inconsci nell’attività motoria” (2019).

 

SITOGRAFIA

 

4 https://www.areacoach.it/2021/08/07/constraints-led-approch/.

6 https://www.contigopsicologia.it/lead-approach-theory/.

Andrea
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