La crescita
Si riferisce all’aumento delle dimensioni del corpo nel suo insieme e delle sue parti.
Crescendo, i bambini diventano più alti e più pesanti, crescono i tessuti magri e grassi, gli organi crescono di dimensione.
Parti del corpo diverse crescono a tassi differenti e in tempi differenti e la crescita di organi specifici è legata all’altezza ed al peso.
Il volume e la massa del cuore ad esempio, seguono un modello di crescita simile a quello del peso del corpo mentre i polmoni e le funzioni polmonari aumentano proporzionalmente all’altezza.
La maturazione
Si riferisce al progresso lo stato biologicamente maturo il che è un processo estremamente soggettivo ed individuale.
Il processo di maturazione comporta due aspetti :
- I tempi, ossia quando si verificano specifici eventi maturativi,
- I ritmi, il tasso al quale la maturazione progredisce.
Tempi e ritmi sono estremamente variabili tra individuo ed individuo.
Lo sviluppo
Lo sviluppo si riferisce all’acquisizione di competenze comportamentali, cioè l’apprendimento di appropriati comportamenti secondo le attese della società.
“Quindi, i bambini, poiché fanno esperienze di vita
- A casa,
- A scuola,
- In Chiesa,
- Nello sport,
- Nelle attività ricreative,
- In altre attività di comunità
si sviluppano cognitivamente, socialmente, emozionalmente, moralmente e motoriamente in una maniera culturalmente appropriata agli ambienti che vivono.
L’acquisizione delle abilità motorie è una parte importante dello sviluppo ed è poi correlato (nel senso che dipende da ed al tempo stesso condiziona) all’attività fisica ed allo sport.” – CIT. Malina
Le interazioni
I tre processi (crescita, maturazione e sviluppo) si verificano simultaneamente ed interagiscono tra loro.
Le differenze individuali nella crescita e nella maturazione influenzano:
- la prestazione motoria,
- il concetto del se,
- l’autostima,
- l’immagine corporea,
- la competenza percepita.
Come valutare la crescita
E’ basata su misure standardizzate del corpo e su valutazioni del comportamento.
La misurazione e la somministrazione di questionari o modelli di valutazione comportamentale è oggettiva e non è basata su valutazione soggettiva.
L’interpretazione è invece soggettiva e sta alla capacità osservazionale ed alle competenze dell’esaminatore.
Si misurano:
- dimensione globale del corpo
- statura
- peso
- diametri scheletrici
- circonferenze degli arti
- pliche cutanee
Procedendo poi attraverso rapporti ed indici (IMC, Indice di Massa Corporea ad esempio – Indice di androginia – Relazione Spalle/anche, ad esempio) per comprendere il trend di accrescimento dell’allievo.
Questo introduce alla valutazione del somatotipo che si riferisce alla configurazione globale del corpo ed è quantificato in tre componenti :
- endomorfismo, grassezza relativa o magrezza
- mesomorfismo, sviluppo muscolo-scheletrico relativo
- ectomorfismo, linearità relativa.
Ad ogni componente viene associato un punteggio numerico da 1 a 7 ed i tre punteggi assieme definiscono il somatotipo del soggetto ma ciò non basta per attribuire al nostro allievo una predisposizione particolare, vanno considerati i singoli punteggi per comprendere il momento di accrescimento e poter ad esempio pensare che nel periodo in cui è stato valutato, la componente dominante farebbe pensare ad una certa finestra di possibili adattamenti ricercabili in allenamento.
Ad esempio, un atleta con un somatotipo 2 – 6 – 2 è un mesomorfo dominante, si trova in un momento in cui lo sviluppo muscoloscheletrico è preponderante, cosa penseremmo di proporgli?
La valutazione dello stato di maturità
E’ essenziale quando si lavora con giovani atleti perché le differenze individuali in tempi e ritmi di maturazione biologica influenzano le dimensioni e la composizione corporea, la forza e la potenza, il comportamento.
Questa variazione ha importanti implicazioni per la performance, per l’individuazione del talento.
Si valuta ordinariamente analizzando in tre modi :
- scheletricamente,
- sessualmente,
- somaticamente
Metodi di valutazione della maturità scheletrica
Sono tre i metodi comunemente usati per valutare la maturità schletrica: il metodo Greulich-Pyle, il Tanner-Whitehouse, il Fels e sono simili nei principi di base.
Tutti prevedono una rx della mano e del polso ma variano nei criteri di valutazione e nelle procedure per costruire una scala di maturità scheletrica dalla quale viene assegnata una età scheletrica (ES) che viene poi espressa in relazione all’età cronologica (EC) per indicare lo stato di maturità dei giovani.
Per cui un giovane può avere una EC di 10.5 ma una EC di 12.3 e sarebbe in anticipo rispetto alla sua EC.
Criteri di valutazione della maturità sessuale
La maturità sessuale è basata per entrambi i sessi su caratteristiche sessuali secondarie e il pelo nella regione pubica ed è limitato alla fase puberale.
I criteri più comunemente usati sono quelli di Tanner (con S indica lo sviluppo dei seni, con G dei genitali, con PP dei peli pubici:
- stadio 1 (S1, G1, PP1) prepuberale
- stadio 2 (S2, G2, PP2) inizio di maturazione di ognuna delle caratteristiche
- stai 3 e 4 indicano una maturazione continua delle fasi
gli stadi S2-S4, G2-G4, PP2-PP4 indicano lo stato puberale, mentre lo stadio 5 indica lo stato maturo e tutto ciò è chiaramente connesso allo sviluppo ormonale ed alle implicazioni sulle componenti motorie e comportamentali degli allievi.
La maturità somatica
Quello della maturità somatica, in se, non è un indicatore dello stato di maturità ma i dati longitudinali durante l’adolescenza e soprattutto riguardanti l’altezza, il punto di flesso della curva di crescita in altezza può essere utilizzato per derivare un indicatore di maturità ossia l’età alla velocità di picco dell’altezza, PHV.
L’età alla PHV può essere usata come punto di riferimento in base al quale possono essere espresse prestazioni fisiche o la maturità sessuale.
L’allenamento per lo sport, la crescita e la maturazione
Che l’attività fisica sia importante come naturale supporto alla crescita e maturazione e che può anche stimolarle è un dato evidente dall’osservazione dell’impatto dello stesso sulle curve di crescita ed accrescimento ed è, ahinoi, indicato dai Pediatri, come strategia di contrasto alla sedentarietà ed alle sindromi di immobilità ed alla obesità infantile e giovanile.
Quali parametri influenza l’allenamento sportivo giovanile?
Negli ultimi decenni, tuttavia e più o meno frequentemente, si è detto della potenziale influenza negativa dell’allenamento intensivo sportivo sulla crescita (rispetto a dimensioni raggiunte e maturazione) ed in particolare nelle giovani atlete.
E’ interessante però notare che le potenziali influenze negative dell’allenamento sportivo sono spesso sottolineate in contesti in cui il giovane atleta modifica in maniera rigida la sua dieta, per cui, bisogna fare attenzione a tutti gli aspetti che caratterizzano il quadro della gestione del giovane sportivo.
I dati attualmente disponibili indicano che la pratica regolare e l’allenamento sportivo durante infanzia ed adolescenza non influenzano le dimensioni raggiunte, il tasso di crescita, tempi e ritmi di maturazione somatica, sessuale e scheletrica nei ragazzi di entrambi i sessi (Malina 1994 – Malina 1998 – Malina 2004).
Diversamente dalla crescita in altezza e dai tempi di maturazione biologica, l’allenamento regolare sportivo può influenzare la massa e la composizione corporea.
E’ associato ad una diminuzione della massa grassa corporea in entrambi i sessi ed un aumento della massa magra soprattutto tra i maschi.
Allenabilità
“Non posso iniziare a migliorare se prima non sono diventato abile e capace, le mie abilità e capacità passano attraverso la consolidazione degli schemi motori fondati sulla consapevolezza dello schema corporeo. Solo a livello scientifico e di letteratura si possono differenziare le abilità, le capacità, i diversi sistemi energetici, ed altri componenti. A livello pratico vi è un sinergismo perfetto”,
Cit. Luca Plutino Genova, 4 dicembre 2017, corso di aggiornamento Scuola Regionale dello Sport Liguria.
Le parole di Luca sembrano riprendere Bernstein che in “The coordination and Regulation of Movement” (Bernstein, 1967) scrisse:
“La prima fase dell’apprendimento dell’atto motorio è un insieme di più movimenti in successione e meccanici, poco o per niente fluidi nella loro espressione in origine ma la ripetitività e la giusta progressione ed esposizione al movimento fine, darà all’allievo quei feedback che permetteranno la fusione dei gesti nel gesto unico e particolare che rende unico ogni allievo.”
Allenabilità e carichi di allenamento
Ora, l’allenabilità “rispecchia il grado di adattamento ai carichi di allenamento, si tratta di un parametro dinamico, che dipende da una serie di fattori endogeni ed esogeni; per quanto riguarda l’allenabilità nell’età infantile e nell’adolescenza un ruolo importante viene svolto dalle così dette fasi sensibili” Plutino, 2017.
Le fasi sensibili rappresentano la “finestra”, lo “spazio” di lavoro per raggiungere obiettivi motori specifici e sviluppare il potenziale genetico degli allievi e dipendono dai meccanismi fisiologici di crescita, maturazione e sviluppo del Sistema Nervoso.
E perché?
“La complessità delle strutture e dell’organizzazione del sistema motorio dell’uomo è dovuto al fatto che il nostro organismo è fatto per interagire con l’ambiente circostante. E’ evidente che anche il più piccolo atto motorio implica una complessa interazione fra sistemi sensoriali, funzioni cognitive e strutture deputate al controllo motorio e l’interazione tra sistemi sensoriali-funzioni cognitive-strutture di controllo motorio è tanto più efficace quanto più efficienti sono gli apparati anotomo-tissutali che li compongono e ne permettono il contatto : glia e mielina. Ora se consideriamo gli adattamenti endocrini e muscolari periferici come la dovuta conseguenza della risposta a stimoli meccanici (una certa ampiezza di un gesto, con una certa velocità, per un certo tempo) che per essere sostenuti e duraturi coinvolgono i sistemi cardio-respiratorio e quindi i meccanismi energetici, questi adattamenti sono condizionati dalla capacità del soggetto di eseguire appunto il gesto con una certa precisione ed una certa velocità per un certo tempo rispetto alla sua capacità di interagire con l’ambiente esterno. Se capiamo ciò, allora capiamo come, cosa e quando e perché fare per permettere lo sviluppo motorio degli allievi in ogni fase di crescita” – Fedrizzi “Lo Sviluppo Motorio”, 2009.
Ora, se sovrapponiamo la Tabella dello sviluppo della Mielinizzazione di Lou a quella dello sviluppo delle capacità motorie di Martin