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LTAD, lo Sviluppo Atletico a Lungo Termine

Published by redazione
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Sviluppo Atletico a Lungo Termine: come sviluppare un programma di allenamento secondo questo modello?

Il modello sportivo Long Term Athlete Development (LTAD) o sviluppo atletico a lungo termine è un programma di sviluppo a lungo termine dell’atleta che permette di pianificare l’eccellenza nello sport e il benessere delle persone che praticano attività fisica.

Il modello, che non è tanto “nuovo” visto che nasce nella regione della British Columbia intorno alla metà degli anni ’90, si avvale delle conoscenze derivanti da diverse discipline come la pediatria, la psicologia dello sport, la fisiologia dell’esercizio, la sociologia dello sport.

Il modello si articola in 7 fasi e pone in stretta relazione l’educazione motoria, lo sport scolastico, quello agonistico e quello ricreativo, con la finalità di mantenersi attivi per tutta la vita.

Il sistema di allenamento, di gara e di recupero tiene in considerazione l’età biologica e gli stadi di sviluppo fisico, cognitivo ed affettivo, piuttosto che la suddivisione per età cronologiche (criterio questo che non tiene conto delle differenze, anche notevoli, nei tempi individuali di sviluppo)

L’atleta è posto al centro del sistema sportivo, nel pieno rispetto delle peculiarità individuali, che caratterizzano il processo evolutivo.

Mettere l’atleta al centro, significa impostare il sistema a partire dalla considerazione delle esigenze del bambino, con riferimento anche alle differenti fasi di crescita del giovane praticante.

Perché è importante il LTAD?

Il LTAD (Long Term Athletic Development) o Sviluppo Atletico a Lungo Termine più che essere un approccio è un’idea, un’intenzione, una missione.

Quella di educare al movimento i bambini come sono educati nella formazione scolastica che in modo ragionato, elaborato e ponderato nel lungo termine fornisce ai bambini gli elementi fondamentali per essere da adulti cittadini ben inseriti nella civiltà, capaci di interagire con essa portando il proprio personale, unico ed esclusivo contributo che rappresenta ciò che le potenzialità che da bambino mostrava facevano pensare possibile.

Successivamente a questa base di riferimento il LTAD vuole fornire ai bambini, secondo le disponibilità di apprendimento motorio che le fasi di crescita permettono, competenze fondamentali che afferiscono e provengono da sport vari e che sono competenze trasversali, necessarie e utili a molti, forse tutti, gli scenari dei modelli prestativi nei quali i nostri piccoli sportivi potranno trovarsi da giovani agonisti e, magari, da sportivi evoluti.

Dal punto di vista della performance l’LATD ha lo scopo di costruire nel tempo tutte le competenze, fisiche psichiche e sociali utili a far si che ogni atleta possa esprimersi al meglio nello sport che poi andrà a svolgere da adulto.

Per costruire queste competenze è necessario avere una visione a lungo termine, cercando di avere “pazienza”

Le basi fondamentali del modello LTAD

Affinché l’educazione motoria possa essere capace di individuare e sviluppare le caratteristiche del singolo bambino fornendo elementi fondamentali e che devono essere di comune proprietà (quella che Vern Gambetta definisce “Physical Literacy”, alfabetizzazione motoria), non si può prescindere dal considerare alcuni punti fondamentali che gli operatori del movimento devono avere chiari in quanto base su cui impostare i ragionamenti e le considerazioni:

  • conoscere le fasi di crescita, ricordando che per crescita si intende soprattutto quella biologica che spesso si discosta molto da quella cronologica (basti pensare alle differenze di crescita di molti bambini e ragazzi della stessa età)
  • sapere come durante le fasi di crescita i bambini si interfacciano al mondo esterno,
  • sapere come comprendere il contesto sociale e quindi comunicativo, psicologico dei bambini,
  • conoscere come avviene lo sviluppo del movimento naturalmente rispetto alle :
    • d.l. (activity daily living) ossia le attività che un individuo compie in autonomia e senza il bisogno di assistenza per sopravvivere e prendersi cura di sé; l’impossibilità di compiere in autonomia queste attività può generare situazioni di scarsa sicurezza o peggiorare significativamente la qualità della vita con limitazione alla possibilità di apprendimento motorio, quindi la valutazione delle a.d.l. indica quanto il bambino è autonomo e sappia risolvere da solo problemi, il che è indice della sua intelligenza in generale e che poi trasparirà a livello motorio. Le ADL sono generalmente distinte in:
    • Igiene personale;
    • Vestirsi – capacità di selezionare e indossare abiti adeguati;
    • Alimentazione – capacità di alimentarsi in modo autosufficiente;
    • Ambulazione – capacità di passare da una posizione all’altra e di camminare in modo indipendente in varie situazioni, contesti e ritmi.
    • a.d.l. (Instrumental ADL), attività che non sono indispensabili per la sopravvivenza, ma permettono alle persone di vivere in maniera indipendente all’interno di una comunità. Le IADL sono raggruppabili nelle seguenti tipologie:
    • Compagnia e supporto sociale: un parametro fondamentale per valutare le risorse;
    • Trasporti e spesa – valuta quanto una persona può spostarsi o gestire le sue finanze senza aiuto e con equilibrio;
    • Atteggiamenti alimentari e rapporto col cibo – valuta la capacità di pianificare e scegliere i cibi per i vari pasti, compresa la loro conservazione, è indice di attenzione e cura di se;
    • Mantenere in ordine la propria attrezzatura sportiva – valuta la capacità di pulizia, riordinare i vestiti e di attenzione su ciò che serve per praticare al meglio le attività;
    • Comunicare con gli altri – valuta la capacità di utilizzare gli strumenti di comunicazione come il telefono e in generale la capacità di rendere l’ambiente ospitale e accogliente per e con i compagni.
  • conoscere le fasi di apprendimento motorio,
  • sapere come comunicare ai bambini in virtù del momento di crescita, del contesto sociale, della capacità di comunicare ed ascoltare, della fase di apprendimento motorio di trovino ed abbiano,
  • conoscere il modello di alfabetizzazione motoria e sapere individuare le competenze che di questa i bambini mostrano,
  • sapere organizzare una sessione di allenamento pensato per i bambini per obiettivi ben precisi (biologico, coordinativo, neuromuscolare, comunicativo, aggregativo).

I principi fondamentali dell’LTAD

Ma perché parlare di LTAD quando si potrebbe ricercare il massimo risultato nel breve termine?

Lo sviluppo a lungo termine applica la ricerca scientifica a livello psicologico, sociologico e fisiologico.

I 10 punti sottostanti vogliono sintetizzare il perché l’LTAD per quanto sia un approccio “datato” è ancora un modello estremamente fondamentale per non bruciare il futuro sportivo dei nostri giovani atleti.

  1. LA REGOLA DELLE 10000 ORE

Occorrono dieci anni e 10.000 ore di allenamento perché un atleta di talento raggiunga l’eccellenza: una media di oltre tre ore al giorno di impegno per l’atleta e per l’allenatore.

Quello che bisogna portare a casa da questa regola è che per diventare bravi, in qualsiasi campo della vita, serve pazienza e non bisogna avere fretta di bruciare le tappe.

Le scorciatoie danno l’illusione di arrivare prima, ma poi a un certo punto il rischio è di essere superati nel finale.

  1. DIVERTIMENTO

L’aspetto ludico è fondamentale per lo sviluppo delle abilità motorie fondamentali.

Attenzione però.

Il gioco e il divertimento devono essere visti come un mezzo per migliorare l’apprendimento, l’attenzione e la motivazione dei ragazzi non deve essere il fine ultimo.

Tramite il gioco è importante portare i ragazzi ad apprendere le regole, imparare i movimenti di base e migliorare la capacità di muoversi.

Questo con lo scopo di aumentare l’alfabetizzazione motoria (phisical literacy), ovvero di quel processo di acquisizione della competenza motoria che deve essere sviluppato prima che abbia inizio il picco di crescita adolescenziale.

  1. SPECIALIZZAZIONE

E’ fondamentale conoscere, secondo i normativi internazionali, che le diverse discipline sportive possono essere classificate come sport a specializzazione precoce, che richiedono l’acquisizione di abilità motorie complesse prima della maturazione (ad es. ginnastica, tuffi, pattinaggio di figura) e sport a specializzazione tardiva, ai quali avviare i ragazzi dopo la fase di alfabetizzazione motoria (ad es. discipline di resistenza e di potenza).

Iniziare uno sport a specializzazione tardiva prima dei dieci anni può comportare:

  • preparazione sport specifica monolaterale,
  • insufficiente acquisizione delle abilità motorie fondamentali,
  • tendenza agli infortuni,
  • burnout,
  • abbandono precoce.
  1. STADIO DI SVILUPPO

I programmi di allenamento e di competizione vanno adeguati all’effettivo stadio di sviluppo (fisico, cognitivo, emotivo) del ragazzo e della ragazza, e non in riferimento all’età cronologica, come invece avviene nella maggior parte dei programmi. Il picco di crescita è un elemento critico nella

programmazione dell’allenamento e delle gare: il modello LTAD prevede la classificazione dei giovani atleti secondo tempi di maturazione precoci, medi o tardivi, per una definizione dei piani di allenamento e di gara adeguati.

 

  1. ALLENABILITÀ

Il termine si riferisce alla responsività del soggetto in età evolutiva agli stimoli allenanti nei differenti stadi di crescita e di maturazione (Malina R. M., Bouchard C., 1991).

Il periodo critico di sviluppo si riferisce al momento in cui una specifica capacità può essere allenata producendo il massimo effetto.

Il modello identifica specifiche finestre di allenabilità ottimale per ciascuna capacità motoria, definite in base all’età cronologica e con riferimento all’inizio e al picco dello scatto di crescita puberale.

  1. SVILUPPO FISICO, COGNITIVO ED EMOTIVO

Caratteristica fondante del programma canadese è l’approccio olistico allo sviluppo dell’atleta, che comporta particolare attenzione all’etica, al fair play e alla costruzione graduale del carattere attraverso i diversi stadi in cui si articola il programma, come riflesso dei valori condivisi dalla comunità di appartenenza. Pertanto, viene richiamata l’importanza di considerare, oltre allo sviluppo fisico, tecnico e tattico, la componente cognitiva ed emozionale dell’atleta.

  1. PERIODIZZAZIONE

In parole semplici, la periodizzazione consiste nella gestione del tempo.

Attraverso di essa, il complesso processo di allenamento viene inquadrato in un ordine sequenziale logico e scientificamente basato, finalizzato al miglioramento della performance.

Si configura, quindi, come uno strumento altamente flessibile per operare sui diversi aspetti relativi al volume, all’intensità ed alla frequenza delle attività attraverso programmi di allenamento, gara e recupero a lungo e breve termine, affinchè lo stato di forma ottimale si realizzi al momento opportuno (Sanderson L., 1989).

Secondo il modello LTAD, la periodizzazione deve adeguarsi alla fase di sviluppo dell’alteta, tenendo conto pertanto della crescita, della maturazione e dei principi di allenabilità.

Nell’ambito del modello, il processo si sviluppa nell’arco di dieci-dodici anni per ottimizzare la preparazione fisica, tecnica, tattica e mentale così come le abilità complementari. Abitualmente sono previste una periodizzazione quadriennale, riferita al quadriennio olimpico e paralimpico per gli atleti di elitè, ed una annuale a seconda del calendario di gara in programma.

  1. PIANIFICAZIONE DEL CALENDARIO AGONISTICO

Il calendario agonistico va adattato alle diverse fasi di sviluppo: nelle prime fasi l’acquisizione delle capacità ed abilità motorie ha la precedenza sulle competizioni, mentre negli stadi successivi l’abilità a competere diviene il focus principale.

Una sovraesposizione alle gare e un allenamento insufficiente nelle fasi tre e quattro hanno come conseguenza una mancanza di abilità di base e di forma fisica.

 

  1. ALLINEAMENTO E INTEGRAZIONE DEL SISTEMA

Configurazione del modello LTAD come core business delle organizzazioni sportive locali, regionali, nazionali, le quali si raccordano con la scuola e con le principali agenzie governative che si occupano di sport e di tutela della salute ai diversi livelli territoriali, secondo una leadership strategica che integra e governa l’intero processo.

  1. MIGLIORAMENTO CONTINUO

Il modello LTAD persegue l’obiettivo del miglioramento continuo in quanto risponde, adattandosi, alle nuove acquisizioni scientifiche ed è sottoposto a ricerca e verifica in ogni sua fase. È un veicolo di cambiamento in continua evoluzione che riflette i diversi aspetti emergenti dell’educazione fisica, dello sport e della pratica ricreativa, assicurando i migliori programmi per ogni età.

 

Le 7 fasi dello sviluppo a lungo termine

Il modello canadese di sviluppo a lungo termine è composto da sette fasi, ciascuna delle quali, riflette e rispetta la maturazione e l’età biologica, piuttosto che quella cronologica.

Le prime tre fasi riguardano l’alfabetizzazione motoria e lo sport per tutti, le successive tre lo sport di eccellenza, l’ultima promuove l’attività fisica per l’intero ciclo di vita.

La cosa interessante da notare è quanta importanza viene data all’allenamento nel vero senso del termine.

Fino alla fascia blu “training to compete” il focus è rivolto all’acquisizione di competenze.

Tra le competenze rientrano sia quelle “fisiche” e fisiologiche che quelle psicologiche e attitudinali.

A nostro avviso la multidisciplinarietà, intesa come avere un approccio verso tanti sport è fondamentale per l’acquisizione di queste competenze.

Questo perché ogni sport ha caratteristiche che permettono di migliorare alcuni aspetti fondamentali.

Insegnare elementi di ginnastica artistica fornisce notevoli competenze in ambito neuromuscolare soprattutto rispetto alla coordinazione inter- ed intra- muscolare che permettono al bambino di apprendere agevolmente gli elementi specifici della corsa veloce, degli ostacoli, dei salti ed i lanci che vanno proposti.

Insegnare elementi tecnici della pesistica permette di sviluppare adattamenti coordinativi e neuromuscolari che permetteranno al bambino di ottimizzare il suo patrimonio di reclutamento di unità motorie riuscendo poi a sviluppare capacità come il ritmo, la rapidità che occorrono a tutti gli sport.

Insegnare le basi tecniche di lancio, salto e corsa dell’atletica leggera è importante per qualsiasi sport dove è importante la performance di questi 3 elementi.

Il Cross Training può poi essere un elemento di estremo divertimento e variabilità motoria ad intensità che indica il maestro o che sceglie il bambino e che sostiene la capacità di gestire attenzione, fatica e gestione delle proprie energie.

Gli stessi sport di squadra possono essere visti come un mezzo per migliorare la cooperazione, la collaborazione con i compagni e allo stesso tempo lo sviluppo di capacità metaboliche in un contesto ludico e motivante.

La difficoltà di questo approccio

Ovviamente non è tutto rose e fiori.

Questo è un approccio che richiede un cambiamento di mentalità e soprattutto organizzativo.

Con un sistema scolastico dove l’attività fisica è poco considerata, con poche ore e spesso riservate a progetti che propongono sport specifici con sempre meno ore per gli sport “di base” indicati sopra, a nostro avviso sono le società sportive che dovrebbero prendersi a cuore l’utilizzo di questo modello.

Per farlo andrebbe reintrodotto in modo preponderante l’organizzazione in “Polisportiva” che dia la possibilità ad ogni ragazzo di ampliare il proprio bagaglio motorio, per poi essere indirizzato quando è il momento giusto allo sport nel quale ha maggiori doti e si esprime al meglio.

Inoltre andrebbero costruite figure professionali rivolte ai primi anni di questo modello (le prime 4 fasi) che siano “specializzate” nello sviluppo a lungo termine e a un approccio multidisciplinare a largo raggio

Sport di squadra come individuali ed il cittadino futuro beneficiano di tutto ciò.

 

Bibliografia

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