Il seguente articolo è tratto dalla Tesi di Laurea in Scienze e tecniche dell’Attività Sportiva di Riccardo Serra dal titolo “Dall’Atletica Leggera alla Pallavolo: Protocollo di lavoro per il miglioramento della performance specifica di salto”, che potete scaricare in formato PDF al seguente LINK
Dall’Atletica alla Pallavolo: come migliorare la performance specifica di salto
INTRODUZIONE
Venendo dal mondo dell’atletica, fin da quando ero piccolo, ho sempre sentito dire: “questo non ha piedi”, “quello ha due bellissimi piedi”, oppure ancora “ha due panettoni al posto dei piedi”. Eppure a me, dodicenne, guardandomi intorno sembrava che tutti i ragazzini avessero i piedi al loro posto e sicuramente non erano dei panettoni. Ancor meno potevo giudicare la bellezza di un piede dato che indossavamo tutti scarpette da ginnastica.
Col tempo poi ho capito cosa intendessero veramente quelle persone. Chi “aveva i piedi” era chi i piedi li usava effettivamente per correre, mentre chi “aveva i panettoni” era qualcuno che invece usava i piedi semplicemente per non cadere a terra, un sostegno antigravitazionale.
Ma cosa significa “usare i piedi”?
Usare i piedi, comprende il saper gestire molteplici capacità (propriocezione, reattività, forza, mobilità articolare,…) ma, a mio parere, può essere semplicemente visto e spiegato, come la capacità di saper sfruttare la leva del piede, in un tempo ragionevolmente breve. Quanto breve dipenderà da situazione a situazione, e da sport a sport. Nel mondo dell’atletica leggera, questa qualità è tenuta molto in considerazione, perché è il piede che poggia a terra e crea l’impulso per generare poi il gesto che si andrà a compiere, qualunque disciplina si pratichi. Pertanto, sono stati studiati e ideati, numerosi esercizi ed esercitazioni volti a migliorare tale aspetto.
Durante la mia carriera, sia da atleta che da allenatore, ho avuto la fortuna di poter collaborare con bravissimi tecnici facenti parte degli staff regionali e nazionali. Inoltre partecipando a diversi convegni, c’è stata la possibilità di confrontarsi con altri esperti provenienti dal altre realtà e di osservare l’atletica e l’atleta, sotto vari punti di vista.
La condivisione sta alla base del progresso.
Osservando molte partite o incontri, sia in televisione che dal vivo, ho potuto notare che questo aspetto in altri sport, specialmente negli sport di squadra, è tenuto meno in considerazione. Ho quindi pensato di provare a portare un po’ di atletica altrove, per verificare se ciò che curiamo tanto noi, non possa servire anche ad altri. In questo caso, grazie alla collaborazione della Scuola di Pallavolo Anderlini di Modena, ho inserito pillole di atletica leggera negli allenamenti di una squadra di pallavolo U19.
STATO DELL’ARTE
La pallavolo, è uno sport che negli anni ha raggiunto un tasso tecnico, atletico e mediatico elevatissimo a livello globale. Questo ha fatto si che scienziati dello sport di tutto il mondo, conducessero studi e ricerche con l’intento di capire e migliorare questo gioco.
La totalità dei testi indica lo Squat Jump (SJ), il Countermovement Jump (CMJ) e il Drop Jump (DJ), come i più indicativi per la valutazione della forza esplosiva, la forza esplosivo-elastica e la forza reattivo-esplosivo-elastica (Bobbert, 1990) (Markwick et. all, 2014) (Gehri et. all, 1998). Per gli sport di squadra, altri test di valutazione tenuti molto in considerazione dalla letteratura, sono i cosiddetti “Agility Test”, test di sprint su brevi distanze con cambi di direzione. I più accreditati per questa categoria sono il “T-test” e “Illinois Test” (Turner, 2011) (Miller et. all,
2006) Di studi specifici sulla pallavolo ed i suoi gesti, come già detto, la letterature ne è colma.
Il Muro
Citando quanto viene detto a proposito del muro da Lobietti (Lobietti 2007):
L’efficienza del muro è importantissima ai fini del risultato delle partite di pallavolo in quanto:
- permette di realizzare punti diretti;
- favorisce il lavoro della difesa “smorzando” e controllando gli attacchi avversari;
- provoca l’errore d’attacco avversario chiudendo all’attaccante i colpi forti e preferiti;
- riduce l’area di campo da difendere a terra quando esiste una buona correlazione “murodifesa”.
Tre sono le componenti fondamentali per l’effettuazione di un muro efficace:
- presupposti di carattere attentivo e cognitivo sono la capacità di osservazione della ricezione avversaria, la lettura della gestualità del palleggiatore e l’osservazione dell’attaccante;
- da un punto di vista biomeccanico i punti chiave sono la velocità di spostamento laterale, la frontalità a rete e la verticalità del salto, l’elevazione, la penetrazione delle braccia oltre la rete e la manualità per controllare il piano di rimbalzo così creato oltre la rete;
- il parametro coordinativo determinante che unisce i due precedenti aspetti è la scelta del tempo di salto.
La Tecnica
Scopo del muro, è intercettare l’attacco avversario e respingerlo nel campo opposto al fine di ottenere il punto diretto (“muro attivo”), ma anche di deviare la palla in alto o indietro nel proprio campo in modo tale da favorire l’intervento della difesa, chiamato “muro passivo”. Il muro “attivo” (Stuff Block) è la tecnica di muro più aggressiva, va eseguito oltre la rete e ponendo le mani il più vicino possibile alla palla. In particolare per alzate basse o a filo di rete, l’atleta deve essere abile a piazzare le sue mani e “chiudere” la parte superiore della palla coprendola. Si deve penetrare oltre la rete il più possibile e rimanere al di la di essa sempre il più possibile.
L’obiettivo delle braccia a muro è quello di “andare incontro alla palla” e di “murarla” prima che passi la rete. Il muro “passivo”(Soft Block) invece è usato quando l’attaccante avversario possiede un vantaggio notevole sul giocatore a muro, e quando si è in ritardo. L’obiettivo di questa tecnica è quello di smorzare gli attacchi avversari e permettere alla difesa di eseguire il contrattacco.
Eseguendo un muro passivo, i palmi delle mani devono entrambi essere paralleli al nastro della rete e un po’ piegati all’indietro con i polsi rilassati. Il muro passivo ha diverse applicazioni, ad esempio è utilizzato per coprire parte del campo da un attacco eseguito con una specifica angolazione oppure per toccare la palla e rallentarne la velocità in modo tale da poter eseguire il contrattacco. Un’altra funzione importante del muro è coprire alcune aree del campo influenzando la direzione dell’attacco avversario, riducendo così l’area di campo che la propria difesa deve coprire.
Gli Spostamenti
- Passo accostato: dalla posizione di partenza ci si sposta lateralmente mantenendo le spalle parallele alla rete, effettuando così un’abduzione della gamba in direzione dello spostamento, cui segue la seconda che si accosta alla prima. Risulta molto importante l’azione dei piedi ed in particolare per la successione tallone- pianta- punta e l’orientamento perpendicolare a rete di entrambi i piedi al momento del salto. Le braccia, pur rimanendo flesse e con le dita rivolte verso l’alto, accompagnano lo spostamento con uno slancio per basso-dietro e si estendono durante il salto;
- Passo incrociato: la prima gamba a muoversi è quella opposta alla direzione dello spostamento (la destra per andare a sinistra) che “incrocia” l’altra passandole davanti. L’appoggio del piede avviene con un orientamento di 45° rispetto alla rete, in modo da favorire il richiamo della seconda gamba vicino alla rete. L’appoggio a terra della seconda gamba dovrebbe “idealmente” essere perpendicolare alla rete in modo da recuperare la frontalità, ma in realtà questo spesso non succede per cui la ricerca della posizione giusta avviene mediante l’azione del busto durante lo stacco e il salto. L’azione delle braccia è molto variabile: nelle descrizioni degli allenatori, dovrebbero effettuare uno slancio per basso-dietro a gomiti flessi e mani in flessione dorsale, in modo tale da non allontanarsi e favorire la penetrazione oltre la rete nel salto; in realtà spesso i giocatori
slanciano le braccia estese come nella rincorsa d’attacco e poi le avvicinano a rete accompagnando
la torsione del busto; - Due passi accostati: il giocatore si muove con lo stesso piede nella direzione di spostamento, richiama la seconda gamba, apre di nuovo con la prima, accosta la seconda e infine salta in modo da avere sempre frontalità all’attaccante e alla rete;
- Passo accostato-incrociato: è una tecnica considerata caratteristica dei centrali nello spostamento verso l’ala, ma spesso anche dalle ali nello spostamento verso l’asta che delimita lateralmente lo spazio di rete utilizzabile. L’appoggio a terra del primo piede (l’apertura laterale) avviene ad una distanza da rete, nella direzione dello spostamento che permette alla seconda gamba di avere più spazio a disposizione per incrociare. L’appoggio di questa a terra avviene (sempre secondo l’ideale descrizione degli allenatori) con un orientamento di 45 gradi rispetto alla rete in modo da favorire il richiamo della prima gamba il più vicino possibile a rete e il recupero della frontalità. Si ha in questo tipo di spostamento una notevole perdita di frontalità, che viene compensata da un’anticipata torsione del busto al momento dell’appoggio del secondo piede durante lo stacco e il salto. Il contromovimento delle braccia è più ampio (data anche la maggiore distanza dello spostamento) e
dovrebbe comunque essere effettuato, come nello spostamento semplice, a braccia flesse con le dita sempre rivolte verso l’alto; - Accostato- incrociato-accostato: è lo spostamento che nel settore femminile si utilizza più frequentemente per la rapidità di spostamento. È il tipico spostamento della centrale verso le ali. L’apertura laterale della prima gamba (la stessa della direzione di spostamento) avviene leggermente staccata da rete in modo da favorire l’“incrocio” della seconda gamba, segue poi un balzo laterale e il salto verticale. Questa tecnica favorisce un maggiore utilizzo delle capacità elastiche ed è anche per questo che trova maggiore applicazione tra le donne, dotate di minori capacità di forza massima. Lo slancio delle braccia è ampio ed è effettuato comunque a braccia flesse e dita rivolte verso l’alto. Tutti passi accostati: è quello spostamento che viene utilizzato nella maggior parte dei casi su una palla alta scontata, per cui i giocatori e le giocatrici, hanno tutto il tempo di mantenere frontalità all’avversario. Si verifica spesso nelle situazioni di muro a tre.
- Corsa e salto: il giocatore si gira verso la direzione di spostamento, e di corsa, va ad effettuare un arresto e salto, dopo aver ruotato il busto verso la rete e slanciando le braccia in alto. Questa tipologia di spostamento è forse la meno efficace in termini di efficienza tecnico-tattica e presuppone un grosso controllo del movimento in quanto, spesso, il giocatore rischia di fare invasione (il regolamento vieta di toccare la rete) o di arrivare male orientato con le mani sopra la rete favorendo il “mani-fuori” avversario.
Il Salto
A volte si deve saltare per effettuare il muro direttamente dalla postura di partenza, altre volte si riesce ad essere in anticipo di fronte all’attaccante avversario e si effettua così un salto verticale sul posto; frequentemente il salto segue lo spostamento senza soluzione di continuità.
I movimenti per effettuare il salto, prevedono dapprima un contromovimento: si deve per prima cosa abbassare il peso del corpo portando in basso le braccia, piegare le ginocchia a circa 90° e flettendo le anche. Importante è la capacità di chiusura dell’angolo alla caviglia, la mobilità dell’articolazione tibio–tarsica. Durante questi movimenti di compressione l’atleta a muro deve tenere il busto eretto e gli occhi sulla palla. Salta poi verticalmente cercando di raggiungere la massima altezza. Dopo lo stacco, le braccia vengono estese e si protendono in avanti-alto con un angolo che permette di penetrare lo spazio aereo sopra la rete. Gli arti superiori non devono estendersi verticalmente sopra il capo per poi essere portati in avanti con un movimento verso il basso. Con questa tecnica si rischiano invasioni a rete o muri fuori tempo. Le braccia devono essere tenute tese e parallele fra loro con una distanza tra le stesse inferiore all’ampiezza della palla. Le dita devono essere aperte con i pollici che si tendono l’uno verso l’altro e i palmi leggermente rivolti verso il basso. In caso di muro d’ala, si deve tenere la mano esterna rivolta verso il centro del campo avversario in modo tale da indirizzare il piano di rimbalzo verso il centro del campo avversario. I polsi devono essere tenuti rigidi e pronti al contatto con la palla. Il grado della loro flessione dipende dal tipi di muro:
per un muro attivo, i polsi devono essere orientati leggermente verso il basso; per un muro passivo o di contenimento, i polsi devono essere flessi all’indietro per favorire il rimbalzo della palla verso l’alto. All’apice del salto, appena prima di entrare in contatto con la palla, si devono contrarre i muscoli delle spalle e dell’addome. Questa azione fornisce la stabilità necessaria a resistere all’impatto con la palla. Le gambe devono essere tenute tese e protese in avanti per controbilanciare l’azione del busto; portando avanti le ginocchia flesse, si abbasserebbero il bacino e le spalle, limitando di conseguenza l’altezza raggiungibile con gli arti superiori. Le mani devono essere poste nella posizione corretta e tenute bloccate; in questo caso la palla devierà nel modo e nell’angolo desiderato.
Strategie utilizzate
Analisi sulle percentuali di utilizzo delle varie tecniche di muro effettuata su giocatori e giocatrici di
serie A1 (Lobietti, Merni, 2006):