Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un’intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d’insoddisfazione di cui posso rendermi conto.
Italo Calvino
La cornice di ogni lavoro a lungo termine è importante quanto la tela che andiamo a dipingere.
La conoscenza dei principi della pianificazione, programmazione e periodizzazione sono la bussola che ci guida nel viaggio che andiamo ad intraprendere.
Conoscere la terminologia e la sintassi corrette di questi aspetti è la base per dare una direzione al percorso di allenamento a lungo termine che andremo a proporre.
Quando si vuole comunicare efficacemente con qualcuno, bisogna che entrambi gli interlocutori conoscano un linguaggio comune.
Una delle difficoltà nella formazione di allenatori e tecnici sportivi è che spesso non vi è uniformità nell’utilizzo della terminologia dell’allenamento, con l’utilizzo, spesso, di termini non convenzionali (non-standard).
Questo può portare in molti casi ad incomprensioni e ad interpretazioni soggettive dell’argomento del quale si sta trattando.
In questo articolo tratteremo 3 termini fondamentali per un allenatore di qualsiasi disciplina sportiva: pianificazione, programmazione e periodizzazione. In alcuni casi questi 3 termini vengono erroneamente utilizzati come “sinonimi”, quando in realtà stanno ad indicare 3 fasi diverse nella costruzione di un programma di allenamento.
Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando partiamo dalla definizione da “dizionario” dei 3 termini:
Una volta compreso il significato di questi 3 vocaboli vediamo di fare maggiore chiarezza, cercando di capire cosa significano dal punto di vista dell’allenamento.
La pianificazione dell’allenamento è la strutturazione del processo di allenamento in fasi lunghe e brevi per il raggiungimento di un obiettivo prestativo finale. Nella pianificazione dell’allenamento, che sarebbe meglio venisse fatta scritta, l’allenatore oltre a definire l’obiettivo principale, fissa degli obiettivi intermedi, le priorità, le scadenze più importanti, i tempi occorrenti per le varie fasi di lavoro, e i metodi più idonei per raggiungerlo.
Nella formulazione del piano di allenamento l’allenatore, tenendo presente delle proprie esperienze sul campo e delle indicazioni della scienza e metodologia sportiva, dovrebbe:
La programmazione dell’allenamento prevede una stesura più particolareggiata e dettagliata del programma di allenamento, sulla base di quanto pianificato in precedenza. In pratica è l'atto di riempire la struttura della pianificata in precedenza con i contenuti dell'allenamento:
La parola “periodizzazione” significa, fondamentalmente, divisione del processo di allenamento in “periodi” (o clcli, fasi).
È un processo che incorpora sia la pianificazione, sia la programmazione, in poche parole la struttura del piano temporale e il suo contenuto (mezzi e metodi di allenamento) che varia nel tempo.
Nella terminologia della periodizzazione si tende a differenziare in:
Nella periodizzazione pluriennale si è soliti dividere in periodi lassi di tempo molto duraturi, per pianificare l'allenamento a lungo termine:
Di solito quando sentiamo parlare di periodizzazione, tendiamo a pensare alla periodizzazione di un anno di allenamento. Si parla di periodizzazione singola o monociclica, quando l’obiettivo primario della programmazione annuale è rivolto ad un'unica e specifica prestazione di picco; la doppia periodizzazione si ha quando nel corso di un anno si ricercano due picchi prestativi in due momenti (fasi competitive) ben definiti e distanti tra loro (es: indoor e outdoor). La tripla periodizzazione si ha quando l’anno viene diviso in 3 cicli alla ricerca di 3 picchi prestativi, ad esempio: indoor, campionati nazionali, e mondiali o Olimpiadi.
Due autori hanno trattato in modo specifico la periodizzazione dell'allenamento:
La terminologia dei due autori differisce e di seguito cercheremo di trattare tali differenze.
Nella tabella seguente vediamo come si differenzia la terminologia per i due autori (i termini sulla stessa colonna non sono per forza sinonimi)
Lev Matevyev[1] |
Tudor Bompa[2] |
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Macrociclo annuale |
Ciclo annuale completo di allenamento che in base al tipo di periodizzazione (singola, doppia, tripla) può essere diviso in macrocicli semestrali, quadrimestrali o trimestrali. |
Piano annuale |
Divisione dell’anno in fasi, sub-fasi, macrocicli e microcicli, al fine di gestire meglio il processo d’allenamento. I piani annuali sono caratterizzati dal numero di fasi competitive e sono di conseguenza definiti monociclici, biciclici o triciclici. |
Periodi |
Divisione del macrociclo in periodo di preparazione, periodo competitivo e periodo di transizione |
Fasi |
Divisione del piano annuale in fasi: preparatoria, competitiva, transitoria |
Fasi |
Divisione del periodo in fasi, di solito “generale” e “specifica”; ogni fase può essere lunga da 2 settimane fino a 3-4 mesi. |
Subfasi |
Divisione delle fasi in sub-fasi che prendono il nome di "preparazione generale", "preparazione specifica", "pre-competitiva", "competitiva", "transitoria". Raggruppano macrocicli che rispettano la direzione dell’allenamento definita dalla sub-fase (la durata può variare da una settimana a ventiquattro settimane. |
Mesocicli |
Insieme di microcicli con lo stesso obiettivo d’allenamento la cui durata può variare da 2 settimane (mesociclo di scarico pre-competitivo, detto taper) a 6 settimane (lungo mesociclo introduttivo di preparazione generale), ma più frequentemente 3-4 settimane.A seconda dell’indirizzo del processo d’allenamento si dividono in mesocicli “introduttivi”, “preparatori”, “preparatori e di controllo”, “pre-competitivi”, “competitivi”, “di scarico” e “transitori”. |
Macrocicli |
Insieme di microcicli con lo stesso obiettivo d’allenamento la cui durata può variare da 2 settimane (macrociclo di scarico pre-competitivo, detto taper) a 6 settimane (lungo macrociclo introduttivo di preparazione generale), ma più frequentemente 3-4 settimane. A seconda dell’andamento del carico si dividono in macrocicli “a gradini” o macrocicli “piani”. |
Microcicli |
Ogni mesociclo è composta da un numero di microcicli (da 2 a 6). Solitamente e per comodità un microciclo è lungo una settimana (7 giorni), ma potrebbe essere anche più corto (5 giorni) oppure più lungo (10-15 giorni). |
Microcicli |
Sequenza ciclica di unità di allenamento che seguono lo stesso obiettivo d’allenamento del macrociclo. Solitamente e per comodità un microciclo è lungo una settimana (7 giorni), ma potrebbe essere anche più corto (5 giorni) oppure più lungo (10-15 giorni). |
Sessioni di allenamento |
Singola seduta di allenamento, ad esempio la seduta di allenamento serale in pista. Un atleta potrebbe avere da 0 (nei giorni di riposo) fino ad un massimo di 3 allenamenti al giorno (per gli atleti di altissimo livello). Ogni sessione è focalizzata su un singolo e specifico obiettivo di allenamento. |
Unità di allenamento |
Rappresenta il singolo allenamento con intra-pause inferiori ai 45' |
Sia i periodi, sia le fasi sono considerati “mesocicli”, per questo per evitare di creare confusione, il termine mesociclo non lo utilizzeremo più. |
Per semplificare le cose abbiamo deciso di uniformarci alla terminologia di T. Bompa in quanto nel suo libro "Periodization Training for Sports", soprattutto nella 3° edizione scritta insieme a Carlo Buzzichelli, vi è maggiore completezza nel trattare il tema della periodizzazione.
In accordo con il libro di cui sopra, dobbiamo specificare che:
Poiché non possiamo anticipare l’andamento del processo di adattamento ai carichi d’allenamento, la stesura del macrociclo nel dettaglio, ossia la programmazione, dovrebbe essere compiuta un macrociclo alla volta; contrariamente al piano annuale, che viene stilato prima dell’inizio della fase preparatoria, sulla base del calendario competitivo e delle caratteristiche dell’atleta[4].
Immagine 1. Divisione del piano annuale nelle sue fasi e cicli d’allenamento
La periodizzazione del piano annuale è particolarmente utile per:
L’obiettivo dell’allenamento delle abilità biomotorie (o capacità condizionali) è migliorare la prestazione dell’atleta sulla base di adattamenti morfologici e funzionali specifici. Le caratteristiche più importanti nell’allenamento delle abilità biomotorie sono la progressività del carico e l’utilizzo di mezzi allenanti via, via più specifici. Secondo Bompa e Buzzichelli, ad esempio, l’allenabilità determina che l’allenamento di resistenza per gli sport di lunga durata, debba essere perlopiù specifico, fino a raggiungere il 90% del tempo totale d’allenamento annuale. Diversamente, la minore allenabilità della velocità richiede una maggiore concentrazione sui mezzi generali (come la forza nelle sue varie espressioni)[7].
La periodizzazione delle abilità motorie permette di portare ad un livello ottimale forza, velocità e resistenza alla ricerca di un più alto livello di prestazione sportiva. Questa forma di periodizzazione si basa sui seguenti concetti:
Quattro elementi differenziano le varie metodologie di pianificazione e programmazione dell’allenamento nella periodizzazione della forza, della velocità e della resistenza:
Immagine 2. Periodizzazione delle Abilità Biomotorie - Adattato da: http://www.isci.education.com
L’obiettivo principale della programmazione, pianificazione e periodizzazione dell’allenamento è il raggiungimento della massima forma sportiva.
Il “picco di forma” rappresenta la sintesi, al massimo livello, delle potenzialità motorie, energetiche, tecniche e psicologiche che un atleta può raggiungere in base al proprio livello di partenza.
Secondo T. Bompa
“Il raggiungimento del picco di forma atletica è il risultato di un buon adattamento dell’atleta ai diversi tipi di allenamento, che sommandosi tra loro producono il risultato desiderato al momento giusto.” T. Bompa"
Una buona conoscenza dei principi che stanno dietro al periodizzare, pianificare, e programmare l’allenamento, è la base per far sì che un allenatore sia in grado di grado di far raggiungere all’atleta il picco di forma nel momento desiderato.
Bompa T., Buzzichelli C., Periodizzazione dell'allenamento sportivo. 2a Edizione, Calzetti & Mariucci, 2017.
Buzzichelli C., Manuale per l’Allenatore della Forza per lo Sport – Sport Strength Coach (SSC), International Strength & Conditioning Institute, 2014.
Buzzichelli C., Fix Your Periodization Knowledge, International Strength & Conditioning Institute, 2009.
Matveyev L., Fundamentals of Sports Training, Progress Publishers, 1981.
William H. Freeman, Peak when it counts. Periodization for american Track & Field. 4th Edition, Tafnews Press, 2001.
[1] Matveyev L., Fundamentals of Sports Training, Progress Publishers, 1981.
[2] Bompa T., Buzzichelli C., Periodizzazione dell’Allenamento Sportivo – 3° Edizione, Calzetti & Mariucci, 2016, visione pre-stampa, p. 118.
[3] Cfr. Bompa T., Buzzichelli C., Periodizzazione dell’Allenamento Sportivo – 3° Edizione, Calzetti & Mariucci, 2016, visione pre-stampa, p. 119.
[4] Buzzichelli C., Manuale per l’Allenatore della Forza per lo Sport – Sport Strength Coach (SSC), ISCI Education, 2014.
[5] Bompa T., Buzzichelli C., Periodizzazione dell’Allenamento Sportivo – 3° Edizione, Calzetti & Mariucci, 2016, visione pre-stampa, p. 120.6] Ibidem, p. 117.
[7] Ibidem, p. 121.
[8] Ibidem, p. 120.
[9] Ibidem, p. 121.